IL FENOMENO DEI "BATTENTI'

Nella nostra Regione Campania esiste un fenomeno di pietà popolare costituito dai così detti "Battentí". Ogni anno il lunedì dopo Pasqua (lunedì in albis) e nel giorno di Pentecoste, ricorrenza della festa del Santuario della Madonna dell'Arco in Santa Anastasia (lrtra), un gran numero di fedeli si reca in pellegrinaggio alla Chiesa che custodisce la miracolosa immagine della Madonna. La processione - come avveniva nell'antichità - è animata da gruppi di uomini e di donne detti "battenti' o "fuienti' che ricordano sotto certi aspetti la trecentesca confraternita dei "buttenti repentini dalla quale hanno ereditato il nome. I"battenti repentiti erano detti così perché si flagellavano a sangue il giovedì della Settimana Santa. Le compagnie di "battenti sono dette "paranze" e hanno un'organizzazione permanente con tanto di presidente, tesoriere, portabandiera e consiglieri. Provengono dai rioni e dai paesi vesuviani limitrofi e indossano il tipico costume bianco: gli uomini portano pantaloni, maglietta e una fascia colorata a tracolla; le donne un vestito a tunica o una gonna con camicia, sempre attraversata dalla caratteristica fascia.
Spesso procedono a piedi scalzi. I “fuienti”- come dice lo stesso vocabolo che significa"coloro che corrono" - compiono tutto il pellegrinaggio di corsa. Analogo fenomeno si registra anche in altri paesi. Ad Altavilla Irpina (Avellino) abbiamo le processioni di fedeli che corrono a piedi scalzi verso il Santuario del Santo Martire Pellegrino. A Mugnano del Cardinale (Avellino) i "battenti'corrono in onore di Santa Filomena.
I Pastori delle varie chiese si sono fortemente adoperati. per impegnare i responsabili pastorali delle parrocchie e delle associazioni cattoliche a "promuovere il senso più autenticamente religìoso delle feste popolari". Il Papa Paolo VI nella Evangelii nunliandi ricordava: "La religiosità popolare ha certamente i suoi limiti. E'frequentemente aperta alla penetrazione di molte deformazioni della religione, anzi di superstizione. Resta spesso a livello di manifestazioni culturali, senza impegnare una autentica adesione di fede. Può anche portare alla formazione di sette e mettere in pericolo Ia vera comunità ecclesiale. Ma se è ben rientata, soprattutto mediante una pedagogia di evangelizzazione, è ricca di valori. Essa manifesta una sete di Dio che solo i semplici e i poveri possono conoscere; rende capaci di generosità e di sacrificio fino all'eroismo, quando si tratta di manifestare Ia fede; comporta un senso acuto degli attributi profondi di Dio: Ia paternità, Ia provvidenza, la presenza amorosa e costante,' genera atteggiamenti interiori raramente osservali altrove al medesimo grado...".
Le forme di religiosità popolare, pertanto, non vanno soppresse, ma vanno esaminate al fine di conservare ciò che è buono e integrare ciò che manca perché siano autentiche espressioni di fede. Esse devono essere considerate come strumenti di incarnazione della fede nella cultura popolare. Le processioni devono sempre essere approvate dall'Ordinario diocesano e svolgersi secondo le direttive liturgiche date dal competente ufficio diocesano. Durante le processioni deve essere evifata la raccolta delle offerte; la durata deve essere contenuta in un ragionevole limite di tempo; i partecipanti devono osservare un comportamento che testimoni la loro fede e inviti i passanti alla preghiera.

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